Arte dell'Abruzzo nel Rinascimento

Dopo i secoli XI e XII, il Rinascimento italiano diede un nuovo indirizzo alle arti risvegliando anche nell'Abruzzo valentissimi ingegni artistici in ogni campo del bello. La scultura ornamentale di stile lombardo era dura e grossolana, ma coi Cosmati, artisti romani che fiorirono dal 1203 al 1303, era venuta ad acquistare grazie e morbidezza.

I fogliami sembrarono reali, gl'intagli, a formelle geometriche e a nodi, eseguiti per lo più con parsimonia e precisione. Invece le figure di uomini ed animali ebbero di rado disegno corretto e grazia nella movenza. I Cosmati avevano formato una specie di dinastia artistica che ha due fasi.

La prima fu quella dello stile lombardo coi fastosi ornamenti orientali, adattati al gusto degli italiani che sogliono tenere in ogni cosa la giusta misura. Ma la necessità di reggere enormi massi di neve e dar pronto scolo alle acque e slanciare a grandi altezze, con sostegni relativamente sottili, le vòlte delle chiese, per accogliere nell'ambiente chiuso e pieno di popolo il massimo volume d'aria, fece scoprire non già Parco acuto che già si conosceva, ma la sua potenza statica, e se ne fece vittoriosamente l'applicazione. Questo arco acuto costituisce la principale caratteristica dello stile gotico, apparso nei paesi del nord, poco prima del mille.

E questo stile gotico, fuso col primitivo lombardo, costituì la maniera cosmatesca del secondo periodo. Questo eccletismo in cui erano fuse le due maniere, principale impronta della maniera cosmatesca, si riscontra nella massima parte e nei più illustri monumenti della nostra regione.

Ma l'eccletismo è sempre indizio di decadenza, o meglio è sempre periodo di transizione dal vecchio al nuovo cioè alla rinascenza; l'eccletismo stesso puro annoia presto e si tenta uscirne violentando, esagerando le vecchie e semplici forme. Sono esempio della decadenza la Collegiale di Città S. Angelo e il portale della chiesa di S. Antonio di Tossiria, compiuto nel 1471, opera bella nella sua principale linea architettonica, ma che nei particolari accenna a molta confusione ed esagerazione di forme, profusione e poca naturalezza di ornati.

Sul gusto lombardo o di antichi lombardi sono però la porta del palazzo Tabassi in Sulmona, opera di Pietro da Como del 1449, la cappella del Sagramento nel Duomo di Campii del 1532 di Sebastiano da Como, la cappella di Andrea Matteo d'Acquaviva e il battistero nella cattedrale d'Atri di Paolo de Garviis, il sacro deposito di S. Pietro Celestino nella basilica diCollemaggio in Aquila, opera di Girolamo da Verona e d'altri suoi compagni.

E molli furono i monumenti dei secoli precedenti che vennero restaurati, nobilitati nell'epoca della rinascenza. S. Giovanni in Venere, S. Pelino, gli amboni di Moscufo e Pianella e soprattutto la famosa basilica di S. Clemente a Casauria che era stata come si è detto rinnovata dall'abate Leonate nel 1172. Il voltare all'uso romano non l'avevano osato i maestri comacini; fu osato invece con disinvoltura sempre progressiva dagli architetti fiorentini.

Appartiene a questo stile la chiesa di S. Flaviano in Giulianova, che è la più bella costruzione del tempo, sebbene inferiore agli altri monumenti dei secoli precedenti: la cupola di essa è una delle più grandi e belle dell'Abruzzo insieme a quella di S. Bernardino in Aquila.

Lo stile romanzo-gotico era stato portato ad alto grado di perfezione al principio del secolo XIV come si vede nella chiesa di S. Maria di Collemaggio in Aquila, ma nella seconda metà del secolo XV era andato in decadenza. ed i monumenti in quest'epoca sorti durante la progressiva oppressione del libero comune, si risentono di una progressiva decadenza; gli edifizi precedenti eran costruiti col danaro del popolo e veggente il popolo stesso; quelli di questo tempo col denaro dei feudatari e restano di tanto inferiori a quelli per magnificenza e gusto.

Ma nella seconda metà del secolo XV Parte già accennava a modificazioni di forme per arrivare ad una completa restaurazione col ricondursi alla struttura greco-romana. Di questo passaggio dall'una all'altra maniera di architettura si mostra esempio nel frontispizio della chiesa di S. Maria del Soccorso in Aquila, sebbene vi sia anche predominanza dello stile romanzo e soprattutto nella chiesa di S. Bernardino di detta città.

Autore: Andrea Pilotti

Arte in Abruzzo

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