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Feudo Ugni
Questa grande Riserva Naturale è caratterizzata da confini molto particolari, quasi geometrici, che denotano,
come per altre aree protette, i limiti tipicamente amministrativi e non ambientali che sono alla base dei provvedimenti di istituzione.
Il territorio compreso all'interno di
questa Riserva apparteneva in passato
alla famiglia Santoleri di Guardiagrele
e venne acquistato dalla Azienda di
Stato per le Foreste Demaniali; in seguito, nel 1981, il Ministero Agricoltura e Foreste emanò il Decreto istitutivo della Riserva.
Anche questa Riserva Naturale della
Majella è caratterizzata da grandi dislivelli e comprende un'area che sale
da appena 500 metri nei pressi dell'abitato di Pennapiedimonte fino a circa
2600 metri sulla cima delle Murelle.
La maggior parte dell'area è ricoperta
da fitti boschi che più in basso, verso
la valle di Pennapiedimonte, sono costituiti soprattutto da Carpino nero ed
Orniello, mentre oltre i 1000 metri predomina il Faggio.
Nelle vallate più umide e fredde al
faggio si associano l'Olmo montano,
il Frassino maggiore ed il Tiglio e nelle
radure vegetano bellissime e grandi
peonie, gigli martagoni, lamponi, ed
il profumato Fior di stecco.
Nelle aree forestali si rifugiano numerose specie di uccelli come il Ciuffolotto, lo Sparviero ed il Codirosso. Negli
ultimi anni sono sempre più comuni
le segnalazioni di cervi liberati proprio
in questa Riserva e del Lupo, la cui
presenza è da considerare stabile; più
irregolare è invece quella del grande
Orso bruno, segni del quale sono stati
osservati anche ad alta quota tra i pini
mughi.
Le mughete vaste e ben conservate sono un'altra delle caratteristiche di questa Riserva; nei pressi del
Monte Ugni tra i pini mughi è facile
osservare piante altrove rare come il
Mirtillo nero e la Piroletta soldanina,
più difficile è l'incontro con il Merlo
dal collare, un uccello molto simile al
Merlo comune sulle Alpi ma localizzato sugli Appennini solo nel Parco
delle Foreste Casentinesi e sulla Majella.
I prati più assolati ospitano pulvini di
Ginepro nano tra i quali si nascondono
le piccole ed inoffensive vipere dell'Orsini, che si nutrono soprattutto delle
piccole cavallette senza ali delle alte
quote, come la tipica ed esclusiva
Cophodisma lucianae. In questo ambiente è facile osservare l'Aquila reale
in caccia e i gracchi corallini che nidificano sulle pareti rocciose sottostanti.
Più in alto, tra il Martellese e la cima
delle Murelle, sono localizzate alcune
stazioni della rarissima Soldanella della
Majella e di Pinguicola e nei pascoli
sono presenti orchidee rare come la
gialla Orchis pallens.
La Riserva è caratterizzata anche dalla
presenza di grotte molto interessanti
come la Grotta Nera, facilmente accessibile ma opportunamente chiusa
da una grata che ne impedisce l'accesso. Questa piccola grotta è infatti
molto vulnerabile poiché le concrezioni che la caratterizzano sono costituite da un particolare calcare spugnoso
e morbido chiamato non a caso "Latte
di monte"; in questa grotta, davanti alla
quale crescono numerose aquilegie
della Majella, vivono anche animali
molto vulnerabili o rari come alcuni
pipistrelli e addirittura il Troglorhynchus majellensis, una nuova specie di
coleottero rinvenuta di recente.
Altre grotte interessanti sono la Grotta
dei Faggi, di difficilissimo accesso e
lontana da ogni sentiero, all'interno
della quale sono stati rinvenuti segni
di antica presenza dell'uomo ed un
cranio di orso di circa 10.000 anni e
la Grotta S. Angelo.
Quest'ultima, facilmente accessibile nei pressi della
strada che da Palombaro sale alla Riserva, conserva i resti dell'antico culto
di S. Michele Arcangelo, un tempo
molto diffuso tra le popolazioni montane abruzzesi.
Tutta la Riserva di Feudo Ugni è facilmente visitabile poiché è attraversata
da una pista carrabile (chiusa al traffico ordinario) che sale gradualmente
dalla base della montagna fino a circa
2000 metri e permette escursioni a
piedi anche ai turisti meno abituati ai
grandi dislivelli della Majella.
Autore: Andrea Pilotti
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