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Giulianova città d'arte

Giulianova Citta' d’arte e di saperi
Dalla chiesa dell’Annunziata, intrisa di salsedine e di medioevo, alla militaresca e fascinosa mole di S. Flaviano. Una passeggiata per scoprire le meraviglie d’arte della città e la ricca dotazione di strutture culturali che rende Giulianova una vera cittadella del sapere
Nella parte sud di Giulianova, in
un'area di grande interesse archeologico significativamente nota
come Terravecchia, vicina alla ferrovia
e ad un cavalcavia che le toglie spazio
e visibilità, con le sue pietre intrise di
salsedine insiste la romanica chiesa di
S. Maria a Mare (sec. XI-XIV), monumento nazionale.
L'edificio, unica testimonianza del glorioso passato medievale della città e
secondo alcuni sorta sui resti di un
tempio pagano, ha subito nel corso dei
secoli molteplici traversie che hanno
modificato profondamente la sua originaria fisionomia basilicale,
Posizionata vicina al mare, la cui linea
era allora molto più arretrata rispetto
ad oggi, e non lungi dalle strutture portuali di Castel San Flaviano, la chiesa,
per lungo tempo soggetta al vescovo di
Teramo, fu forse punto di riferimento
spirituale per gli imbarchi in Terrasanta
facendo ipotizzare un suo collegamento ai Templari.
In ogni caso fu agli inizi
del XIV secolo che il vescovo Rinaldo
Acquaviva affidò al famoso scultore
Raimondo di Poggio la realizzazione
del meraviglioso portale finemente lavorato, nella cui candida pietra furono
scolpite, in 18 formelle, figure enigmatiche, volti e simboli. Una sorta di storia
scritta per segni, un percorso a ruota
intriso di simboli misterici, quasi certamente rappresentanti le fasi zodiacali,
le stagioni e l'alternarsi tra la notte e il
giorno. L'interno, a due navate, presenta un giro di archi a tutto sesto poggianti su pilastri e sostenuti di due massicce
colonne a fabbrica.
Restano tracce delle opere di artisti risalenti al XII e XIII
secolo.
Recandosi verso la città alta imboccando via Gramsci attraverso il Parco archeologico di bivio Bellocchio (dove
gli scavi, visitabili, hanno portato alla
luce importanti testimonianze del passato romano di Giulianova), in Ruetta
Scarafoni 1 un frate cappuccino attento
al sociale ed alla cultura, P. Serafino Colangeli, vent'anni fa ha realizzato accanto all'Istituto psico-pedagogico Piccola
Opera Charitas il Centro culturale S.
Francesco (tel. 085 - 802.32.217), ora
articolato nella Sala "Trevisan", struttura deputata alle mostre e agli incontri d'arte, e in una ricchissima biblioteca
folta di circa 20 mila volumi con varie
sezioni specializzate.
Sulla piazza della Libertà dominata dalle palme e dal monumento a Vittorio
Emanuele II, dove lo sguardo si apre
dal Belvedere sul sottostante litorale,
nella ottocentesca Cappella de' Bartolomei sono in mostra sculture e bas-
sorilievi, compreso uno splendido cenotafio in marmo, di Raffaello Pagliaccetti
(1839-1900). Dello scultore giuliese,
che fu uno dei capiscuola del verismo
toscano della seconda metà dell'800,
si conservano alcune opere e bozzetti
nella Gipsoteca posta sul lato opposto
della piazza, in una sala dell'edificio scolastico sorto nei primi del '900 sui resti
del cinquecentesco convento dei Francescani.
A testimoniare quest'importante presenza religiosa rimane ancora
la chiesa di S. Antonio, già S. Francesco di Paola. Edificata nel 1566, come si
legge nell'architrave dell'ingresso, era
originariamente più bassa dell'attuale
ed inglobava uno dei torrioni più piccoli posti lungo la cinta muraria rinascimentale della città. Poi fu sopraelevata
in età barocca modificando anche l'interno, ornato con laccature e bellissime
dorature con lamine d'argento trattate
a mecca. Vi si conserva ancora la lapide, davvero interessante, di un membro
jdella doviziosa famiglia de' Bartolomei.
Il Lungo Corso Garibaldi, ormai nel cuore
'antico di Giulianova, importanti lavori
di consolidamento e restauro sono in
|atto da qualche tempo sul palazzo che
|fu di Vincenzo Bindi (1852-1928), storico d'arte e appassionato collezionista
originario della città a cui destinò, con
grande liberalità, non solo il capiente
edificio ma anche il suo pregevolissimo
patrimonio di arredi d'epoca, di manoscritti, incunaboli e libri antichi (37 cinquecentine, 56 volumi del '600, 174 del
700 e 1994 dell'Ottocento), che hanno
dato vita ad una delle biblioteche più
importanti e cospicue (oltre 26 mila volumi) della regione, ma soprattutto la
sua nutrita collezione pittorica dal '600
al 1920, con opere della famosa "Scuola
di Posillipo", da cui prese origine il Gabinetto d'arte poi Pinacoteca.
Più avanti si innalza la militaresca e suggestiva mole della chiesa di S. Flaviano, particolarissimo edificio ottagono
del 1478, il primo ad essere concepito
nell'Abruzzo adriatico, sovrastato da un
tamburo pur'esso ottagonale sul quale
si innalza un'audacissima cupola con sezione a sesto acuto, rivestita di embrici,
cronologicamente anteriore a quella di
S. Pietro a Roma. L'interno, privato con
i restauri del 1948 di tutte le decorazioni barocche, possiede notevoli opere
d'arte moderna. Del celebrato sculture
giuliese Venanzo Crocetti (1903-2003)
è, all'altare sinistro, il marmo Madonna col Bambino, come pure, all'altare
maggiore, il grande crocifisso bronzeo
realizzato nel 1959.
A destra dell'altare maggiore è il battistero in travertino istoriato, con Angeli volanti nella
conca e Battesimo di Gesù, in bronzo,
dello scultore Francesco Coccia, cui
si deve anche il gruppo bronzeo Crocifisso tra la Madre e San Flaviano
(1951). Prima della messa in sicurezza
ed ancora in attesa di adeguata sistemazione, sotto la mensa era collocata
una preziosissima cassetta reliquiario
d'argento (sec. XV), lavorata a sbalzo,
con figurine ritoccate col bulino e con
rilievi indorati, contenente le reliquie
del Santo patrono.
Sul fronte la scena
votiva S. Flaviano Vescovo e Martire,
vestito con abiti pontificali e testa cinta
da mitra, venerato da una fanciulla (Isabella Piccolomini?) e da un offerente in
ginocchio, secondo alcuni il duca Andrea Matteo Acquaviva. In un secondo
reliquiario argenteo del 1396, il braccio
di S. Biagio con decorazioni in smalto,
opera di Bartolomeo di Paolo da Teramo. Tra le opere di oreficeria abruzzese
dei secoli XIV e XV presenti nella chiesa, anche una notevole croce in argento e smalto, egualmente conservata in
luogo sicuro.
Bella e caratteristica, sotto il tempio, la vasta cripta con volta ad
ombrello nascente dalle arcate che, su
pilastri, separano la parte centrale da
un ambulacro circolare perimetrale con
resti di affreschi del Cinquecento.
Sempre nel centro storico, sulla discosta piazza Dante, risalente al XVI secolo
è la chiesa della Misericordia, erede
di quella costruita nel borgo medievale
dopo la peste del 1348 e già sede di antica ed omonima Confraternita, mentre
all'incrocio di via della Rocca con via
Cavour si erge la chiesa di S. Anna,
con altare in stile barocco purtroppo
deteriorato, di cui sono in corso i lavori
di restauro.
Nei pressi, all'interno del
possente torrione detto "II Bianco", è
stato da qualche anno creato il Museo
Archeologico, nel quale sono esposte
le testimonianze di Castrum Novum e
anch'esso parte integrante del Polo Museale Civico (tel. 085 - 802.12.15) che
annovera anche, in via Piave attigua al
Belvedere ma chiusa per restauri, la
Casa-Museo Vincenzo Cermignani,
nella quale si conservano opere, bozzetti e schizzi con le testimonianze di
vita del pittore bohémien originario
di Giulianova (1902-1971). Tornati sul
Corso, in direzione nord e sostanzialmente al termine di esso, si incontrano
sulla sinistra la casa natale del violoncellista di fama internazionale Gaetano
Braga (1829-1907) con relativo Centro
di documentazione e, a destra, l'ottocentesco Palazzo re, pregevole edifìcio
che ingloba uno dei torrioni cittadini e
da qualche anno sede di mostre d'arte,
concerti musicali ed eventi culturali.
Proseguendo, alla fine di via dello Splendore, indicato da una croce alta più di
trenta metri e in un contesto paesaggistico di particolare bellezza, c'è il frequentatissimo Santuario Maria Ss.
dello Splendore, sorto nei primi del
Cinquecento a seguito dell'apparizione
della Vergine come monastero dei Celestini, più volte ampliato e, a partire dal
1847, ininterrottamente sede di un convento di Cappuccini.
All'interno del
chiesa, modificata negli anni cinquanta
del Novecento, si conservano, oltre alla
pregevole statua lignea quattrocentesca
della Madonna con Bambino, quattro
seicenteschi quadri ad olio su tela del
napoletano Giacomo Farelli (Immacolata Concezione, Verginità, Maternità Divina, Assunzione al del
ed un grande e pregevolissimo quadro
del XVI secolo (raffigurante la Trinità, la Ss. Vergine, S. Pietro e S. Paolo)
attribuito a Paolo Veronese. Preziosi
sono pure un Crocifisso ligneo policromo (sec. XVII-XVIII) e il Ciborio
legno e noce, bosso ed ebano con tarsie
in avorio, opera settecentesca dei frati
cappuccini "marangoni" fra Michele da
Petrella, fra Serafino da Nembro e fra
Stefano da Chieti.
Ospitati in un'ala del
complesso conventuale attiguo sono la
Biblioteca "Donateli", specializzata
in opere sull'Abruzzo e sulla storia dei
Cappuccini, ed il Museo d'Arte dello
Splendore (tel. 085.800.71.57), anch'esso voluto da P. Serafino Colangeli
ed annoverato tra i poli culturali di interesse regionale.
Nel secondo dei tre piani del museo è
la collezione permanente, con le oltre
100 opere dei maggiori artisti contemporanei, italiani e stranieri, che offrono
un quadro molto completo delle tendenze artistiche attuali, e alla quale si
aggiunge una sezione dedicata all'arte sacra con meravigliose sculture di
Messina, Bodini, Greco e tre rarissime
acqueforti di Georges Roualt. Qui sono
esposte anche le opere provenienti dalla Pinacoteca civica "Bindi".
Nei pressi
è la monumentale e artistica Via Crucis,
con gruppi bronzei dello scultore Ubaldo Ferretti.
Completa la mappa dei saperi la quarta
biblioteca presente in città, l'Agenzia
per la Promozione culturale della
Regione Abruzzo, ubicata al Lido in via
Nievo 6 (tel. 085.800.35.08), dotata di
un apprezzabile fondo bibliografico, di
una folta emeroteca nonché di audiovisivi.
Questa guida su Alba Adriatica è gentilmente concessa da Tesori d'Abruzzo, rivista trimestrale dedicata all'Abruzzo.
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