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Giulianova
Giulianova, la citta' che nacque tre volte
Giulianova vanta due millenni di storia e tre distinte origini.
Fu dopo aver sconfitto e quindi assoggettato i pretuziani, negli anni immediatamente successivi all’espansione fino all’Adriatico, che gli invincibili romani decisero di impiantare alla foce del fiume Batinus, oggi il Tordino, la loro ottava colonia marittima, la seconda del Superum Mare. Nacque così, nel 290 a.C., il Castrum Novum indicato come civitas nella tavola Peutingeriana e ricordato da Strabone, Plinio, Livio e Tolomeo, bimillenario e prestigioso progenitore dell’attuale Giulianova.
Città potente e fortificata ma anche importante centro portuale e commerciale, Castrum Novum, che nel periodo di massimo splendore acquisì lo stato politico di prefettura e giunse ad avere un perimetro di 2200 metri, verrà distrutto dai Saraceni per risorgere come la mitica Araba Fenice dalle sue stesse ceneri. La ritroviamo infatti in età medievale, ma collocata su una eminenza subito a nord del precedente abitato romano, col mutato nome di Castel San Flaviano, in onore del Santo patriarca di Costantinopoli le cui spoglie, secondo una tradizione antichissima e suggestiva, approdarono miracolosamente sulla costa in un anno imprecisato ma comunque anteriormente al Mille.
A Castel San Flaviano, di cui il geografo tedesco Cluverio doveva riconoscere le vestigia sul finire del XVI secolo, soggiornarono almeno due pontefici, Clemente II e papa Lucio III, oltre all’imperatore Arrigo III. D’altronde la città, entro le cui mura risiedeva il Conte de Aprutio, doveva essere assai importante se disponeva di un ospedale, del porto e - secondo il canonico alsaziano Joseph Anton Vogel - persino di una sede episcopale, sembra esistita fino all’età carolingia. Qui inoltre era stato edificato un grandioso tempio dedicato a S. Flaviano, d’arte bizantina prima e romanica poi, che ebbe una larga rinomanza per tutto il Medio Evo.
Feudo, a partire dal 1382, di Antonio Acquaviva, Castel S. Flaviano subì gravissimi danni a seguito della famosa battaglia del Tordino, quella combattuta nel 1460 fra le truppe di Federico Montefeltro e Alessandro Sforza da una parte, e di Jacopo Piccinino con Bosio Santofiore dall’altra. Dieci anni dopo sarà il nipote di Antonio Acquaviva, il duca d’Atri e conte di S. Flaviano Giuliantonio, l’artefice della terza nascita di Giulianova, così chiamata in onore del suo fondatore che la volle su un colle più difendibile rispetto a quello dell’abitato medievale. La straordinaria originalità, il raffinato linguaggio matematico-proporzionale come anche i complessi significati politico-militari e civili presenti nel piano di fondazione della città, hanno fatto pensare ad un genio dell’architettura rinascimentale. Scartato Baccio Pontelli, oggi sono sostanzialmente due i prestigiosi nomi che si contendono il merito di averla progettata: Francesco di Giorgio Martini e Leon Battista Alberti.
La questione, scientificamente ancora aperta, non impedisce tuttavia di considerare Giulianova un’esperienza progettuale unica nel litorale abruzzese, e come tale oggetto di studi in diverse università italiane o di convegni di respiro nazionale. In ogni caso la cittadella rinascimentale, stretta nel munitissimo quadrilatero con la sua chiara organizzazione degli spazi, porte e piazze specializzate, chiese collegate ciascuna al proprio ambito urbano, rimarrà sostanzialmente integra, nonostante ripetuti saccheggi ed aggressioni. Solo negli anni settanta-ottanta dell’Ottocento, sotto una vivace spinta demografica e grazie al miglioramento dell’economia locale, la vita inizierà a debordare fuori le mura, purtroppo sacrificando alcuni edifici preesistenti e gran parte della cinta lungo la quale originariamente insistevano sette torrioni, tre dei quali fortunatamente sopravvissuti.
Della espansione ottocentesca è testimonianza tra le più visibili il nodo urbano rappresentato dalla bella piazza della Libertà, signoreggiata dall’imponente monumento bronzeo a Vittorio Emanuele II, inaugurato nel 1894 ma precedentemente realizzato dallo scultore Raffaello Pagliaccetti, nonché dalla Cappella gentilizia de’ Bartolomei, sorta nel 1876, e dal pressoché coevo portico omonimo a questa giustapposto. Nello stesso torno di tempo anche il sottostante litorale, fino all’Unità d’Italia sostanzialmente deserto, registra una sempre più vivace attività sia commerciale che industriale. E’ qui infatti che l’imprenditore Luigi Crocetti crea nel 1888 una società industriale, la prima in Abruzzo, per la costruzione di mattonelle e lavori in cemento collegata allo stabilimento, in funzione da tre anni, dotato di fornace Hoffmann.
Grazie anche alla “scoperta” del turismo balneare, con la lottizzazione degli arenili di prima fila, la costruzione nel 1874 dello stabilimento balneare, la prima realizzazione di una strada lungomare nel 1890, la presenza dal 1896 di un frequentatissimo Ippodromo e l’inaugurazione, un anno dopo, dell’Ospizio Marino, fino al 1905 l’unico presente nell’intera regione, l’abitato a valle si infittisce di nuove costruzioni estendendosi progressivamente, secondo la disciplina dettata da un piano regolatore ante litteram, nelle aree adiacenti alla stazione, attiva dal 1863 e a partire dal 1884 anche scalo della nuova ferrovia sino a Teramo.
Ma la borgata “Marina”, nome della “germinazione” litoranea di Giulianova, pur condividendo strettamente le dinamiche di crescita comuni agli altri insediamenti costieri, tuttavia rispetto ad essi avrà caratteri distinti, mancando di produrre il ribaltamento delle gravitazioni. E difatti nel 1934, quando la frazione litoranea ormai ha superato per abitanti lo stesso capoluogo, si troverà opportuno optare – caso unico tra le località costiere del Teramano - per la fusione amministrativa tra l’abitato collinare, che allora come oggi conserva saldamente la sede municipale, con quello litoraneo, che perciò assume la nuova denominazione di Giulianova Spiaggia e dove nel 1936 la già solida vocazione balneare, rappresentata dall’imponente Kursaal, realizzato nella parte inferiore nel 1913 come club marino e ultimato in stile liberty quindici anni dopo come albergo assai prestigioso, viene rafforzata dalla costruzione del lungomare monumentale, che ricorda quello di Bengasi.
Questa guida su Giulianova è gentilmente concessa da Tesori d'Abruzzo, rivista trimestrale dedicata all'Abruzzo.
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