Il primo stabilimento balneare di Giulianova

Stabilimenti balneari di Giulianova

Lo stabilimento "Venere". Le origini di quello che sarà per moltissimo tempo l'unico stabilimento balneare di Giulianova risalgono al 3 ottobre 1873, quando la Giunta presieduta dal farmacista ed industriale Pasquale De Martiis decise, all'unanimità, di stanziare mille lire nel bilancio del 1874 ed altre 500 in quello dell'anno successivo «come premio da corrispondersi a colui che si obbligherà a costruire uno stabilimento balneare», prevedendo contestualmente un capitolato in nove punti al quale doveva uniformarsi l'«intraprenditore».

Sarà l'ascolano Vincenzo Cantalamessa, nel 1875, a realizzarlo su un'area prospiciente la traversa al mare, oggi via Nazario Sauro. Costruito in legno su palafitte (e quindi smontabile), il nuovo stabilimento - tra i pochissimi sorti sul litorale nel periodo - dispone anche di terrazza centrale e spogliatoi laterali, ciascuno dotato di scaletta per scendere in acqua. Si deve ancora a questo dinamico imprenditore marchigiano - il quale nel 1879 impianta la prima tipografia a Giulianova - l'attivazione, per il maggior comodo dei bagnanti, del servizio omnibus tra spiaggia e paese, grazie anche al sussidio di 150 lire elargito dal Comune per la nuova iniziativa.

Il "Venere" dal mare. Rilevato nel 1901 daAndrea Bucci, quindi nel 1904 da Sante Cicchetti e da Antonio Lattanzi, quest'ultimo proprietario dei casotti, verrà ristrutturato da una "cordata" imprenditoriale formata da Flaviano Flagnani, dallo stesso Andrea Bucci e dall'albergatore Giulio Federici ed inaugurato solennemente il 17 luglio 1910.1 lavori di ristrutturazione avevano dotato lo stabilimento di due nuovi camerini (saliti così a venti) all'estremità delle due ali fiancheggiami la piattaforma, anch'essa ampliata.

Del pari era stato aumentato il numero dei casotti, alcuni dei quali dotati di tettoia di legno e di chiusure con persiane. Particolare attenzione era stata riservata al sistema di illuminazione: una fila di lampadine seguiva le linee principali della costruzione, rendendo particolarmente suggestiva la sua sagoma nelle ore notturne. Questo stabilimento avrà una sua notorietà nazionale grazie al Vocabolario della lingua italiana di Nicola Zingarelli nell'edizione del 1922: alla voce "spiaggia", infatti, v'era riprodotto un disegno recante come didascalia «Spiaggia e stabilimento bagni. Giulianova».

La piattaforma del "Venere", struttura turistica prestigiosa per eccellenza, era solita ospitare simpatici trattenimenti e serate musicali, ad uso e consumo della gaia e spensierata "colonia" dei bagnanti. Tuttavia non mancavano conferenze dalle velleità latamente culturali o di impegno addirittura politico, come accaduto con la Festa intellettuale del 25 luglio 1912.

Organizzata dal colonnellese Primo Bruno Volpi, direttore della "Rivista Adriarica5, la manifestazione giuliese apriva il ciclo di conferenze estive dell'Università popolare ambulante, creata a Pescara l'anno precedente da Verildo Sorrentino, un socialista che di qui a non molto avrebbe tuttavia sposato la causa del più convinto interventismo. Tra i relatori, oltre allo stesso Sorrentino e al "democratico" avvocato atriano Tommaso Sorricchio, Gabriellino d'Annunzio, venriseienne figlio del Vate e della duchessa Maria Hardouin di Gallese, e Carlo Scarfoglio.