|
|
Storia dell'Abruzzo
Tralasciando la preistoria, si può ben affermare che, per ragioni di convenienza descrittiva, gli interessi socio-culturali dell'Abruzzo
possono iniziare dal periodo delle Guerre Sannitiche (343/294 a. C.)
durante le quali la città di Alba, sita nella Marsica, viene conquistata dai Romani e prende l'appellativo di Alba Fucens, cioè del Fucino, a distinzione di Alba Longa.
In seguito le popolazioni locali,
Vestini, Marsi, Marrucini, Peligni, Frentani, Equi e Sanniti, sono
sottomesse dai Romani.
Nel 286 a. C. Hadria, l'attuale Atri, diviene la prima colonia romana di tutta la fascia costiera adriatica.
Le genti d'Abruzzo assumono posizioni importanti nella guerra
contro Annibale, schierandosi a favore o contro Roma, sino a pervenire alla guerra italica quando Piceni, Marsi, Sanniti, Frentani,
Peligni e Marrucini costituiscono la Lega delle Genti Italiche con
capitale posta in Corfinio, nella quale battono moneta e tengono regolari assemblee.
Dall'86 sino al 43 a. C. uomini illustri della storia e della letteratura latina, quali C. Sallustio Crispo, da Amiternum, C. Asino Pollione, da Teate, oggi Chieti, e P. Ovidio Nasone, da Sulmona, costituiscono il nerbo degli Aprutini che iniziano la glorificazione della
regione.
Ormai nell'Abruzzo si era creato un sistema viario che si basava su traffici trasversali Tirreno-Adriatico, attraverso la Valerla, la
Claudia, la Caecilia e la Salaria, e traffici longitudinali, tramite la
Via Minucia all'interno, circa lo stesso tracciato della SS. 17, e la
Traiana Frentana sulla costa, circa lo stesso tracciato della SS. 16.
Una serie di strade trasversali minori si erano create nelle valli
dei fiumi discendenti all'Adriatico, quali il Tronto, il Vomano, il Sangro e il Trigno.
Nel 42 d. C. l'imperatore Claudio tenta di realizzare un primo
progetto di prosciugamento del Lago Fucino tentando il collegamento delle acque lacustri con il fiume Liri, ma l'intento non riesce a
causa di errori di progettazione.
Nel V secolo i Goti invadono l'Abruzzo, devastando e distruggendo la città di Chieti e iniziando così il proprio dominio sulla regione.
Nel VI secolo i Longobardi si sostituiscono ai Goti e costituiscono, tra l'altro, il Ducato di Benevento nel quale Ghieti assume il valore di marchesato, gastaldato e contea.
Gli stessi Longobardi invadono la Provincia Valerla, apportando gravi distruzioni all'Abruzzo.
Nel 703 viene fondata l'abbazia di S. Vincenzo al Volturno, alle
sorgenti del fiume; tale data è di vitale importanza perché è da questo cenobio che si diparte tutta l'arte e l'architettura benedettina
in Abruzzo.
L'importanza assunta dall'abbazia di S. Vincenzo è tale che, nel
745, Gisulfo, duca di Benevento, effettua diverse donazioni all'abate Ottone, tra le quali la chiesa di S. Stefano in Valle Sorana, attuale Balsorano; sotto l'egida di S. Vincenzo viene contemporaneamente
fondato il complesso monastico di S. Pietro ad Oratorium, presso
Capestrano.
Pipino il Breve, re dei Franchi, invade l'Italia con l'intento di sconfiggere il dominio bizantino nell'Italia centrale; nell'801 lo 'stesso
imperatore assedia e distrugge Chieti, che era rimasta sempre longobarda. La città viene successivamente ricostruita, sempre sotto
l'egida del Ducato Longobardo di Benevento.
È interessante, come testimonianza di quel periodo, la denominazione di alcuni centri, quali Farà Filiorum Petri, Farà S. Martino
e Farindola, dove la parola farà, di origine prettamente longobarda, ha il significato di famiglia.
Intorno alla prima metà dell'800 si hanno le prime notizie della
Cattedrale di Chieti, quando il vescovo Teodorico tratta del restauro della stessa e richiama in una bolla il clero regolare all'osservanza della vita comune.
Negli anni 870 e 871 vengono fondati il monastero di S. Clemente al Vomano e l'abbazia di S. Clemente a Casauria; in quel periodo
si hanno notizie dell'esistenza dell'abbazia di S. Liberatore a Majella.
L'abbazia di S. Clemente a Casauria viene saccheggiata nel 920
dai Saraceni. Nella prima metà del 900 si instaura in Abruzzo la dinastia dei Conti dei Marsi, che regnerà per tre secoli; nello stesso
periodo si hanno notizie del vescovo aprutino Giovanni, in occasione della donazione fatta dal conte Manfredo de Aprutio del castello
di Vetice, a pochi chilometri da Teramo.
Amiternum, Forcona e la Marsica vengono donate da Ottone I
al Papa nel 962.
Passato l'anno mille, in cui la credenza religiosa aveva posto la
fine del mondo, inizia una nuova vitalità che ha le prime manifestazioni durante il dominio normanno: la città di Chieti, infatti, viene
ampliata e ornata di nuovi monumenti, viene definita «Capo d'Abruzzo», metropoli e sede di un palazzo reale.
Nel 1073 il vescovo di Valva Trasmondo fonda il monastero di
S. Benedetto in Perillis.
Nel 1105 l'abate Grimoaldo restaura l'abbazia di S. Clemente a Casauria.
Il Concilio Laterano, tenutosi nel 1112, rafforza il potere del papa; in virtù di tale fatto furono in seguito sottomesse alla giurisdizione papale l'abbazia di S. Bartolomeo della Nora e di S. Clemente
a Casauria; a seguito dell'alternarsi del comando in Napoli, divenuta normanna, la Marsica e l'Abruzzo aquilano passano al Principato di Capua e così anche Teramo, insieme a Pescara, vengono a
far parte del Regno di Napoli.
Nel 1150 viene costruita la chiesa di S. Maria Assunta in Assergi.
Nel 1155 l'abate Leonate di S. Clemente a Casauria incarica il
monaco Giovanni di Berardo di riordinare i documenti dell'abbazia: questi, trascritti da un certo maestro Rustico, vengono a costituire il corpo del «Chronicon Casauriensis» che, insieme al «Chronicon Vulturnensis», forma il regesto della storia dell'Abruzzo, visto in funzione della dimostrazione delle proprietà dell'Ordine.
Nel 1158 viene costruito il Duomo di Teramo, in ordine stilistico romanico-gotico, che verrà successivamente arricchito dal portale gotico di Diodato Romano, dal paliotto d'argento di Nicola da
Guardiagrele e dal polittico di Jacobello del Fiore; dal 1160 fino al
'400 viene costruita in Tagliacozzo la chiesa che poi sarà intitolata
a S. Francesco, mentre, nel 1165, si inizia la ricostruzione dell'abbazia di S. Giovanni in Venere a Fossacesia.
La dinastia dei Conti di Celano inizia la sua storia nel 1169, quando, morto il conte dei Marsi Berardo VI, ad uno dei figli toccò la
contea di Celano. Data importante per la storia dell'Abruzzo è il 1191, quando viene fondata, nei pressi di Civitella Casanova, l'abbazia cistercense
di S. Maria di Casanova.
Dopo essere stata distrutta dalle truppe di Federico II nel 1222,
la rocca di Celano viene ricostruita per concessione dello stesso imperatore; tre anni dopo viene edificata l'imponente facciata di S.
Giovanni in Venere con il superbo portale detto «della luna».
La presenza di Federico II si alterna con l'attività legislativa e
bellica che lo impegna in Europa sino al 1239, anno in cui Federico,
proveniente dalla Lombardia, arriva nella Marsica, invade i territori del Papa e, conscguentemente, riceve la scomunica da Gregorio IX.
Nel 1241 Pietro Angelerio da Isernia, che salirà al soglio pontificio con il nome di Celestino V, fonda la Badia Morronese o di S.
Spirito nei pressi di Sulmona, mentre nella stessa città viene costruita, sui resti di un tempio di Giove, la chiesa di S. Maria della Tomba.
Il Papa Innocenzo IV, nel 1245, scomunica nuovamente Federico, mentre lo stesso da luogo alla fondazione della città dell'Aquila.
Alla morte di Federico II, avvenuta nel 1250, gli succede il figlio
Corrado IV che, alla testimonianza di documenti, viene considerato il continuatore della costruzione dell'Aquila, come riportato nella lettera di impegno del 6 maggio 1253 scritta dagli abitanti di Amiternum e Forcona al consigliere regio Tommaso di Marerio, nella
quale si pregava di favorire presso lo stesso imperatore la costruzione della città, fatto che avvenne, secondo la cronaca di Buccio
da Ranallo, nel 1254.
Nel maggio dello stesso anno, alla morte di Corrado gli succede
il figlio Corradino, che viene affidato al papa Innocenze IV non avendo egli ancora raggiunta la maggiore età; la reggenza viene dunque
esercitata da Manfredi di Svevia, zio dello stesso, il quale nel 1256
distrugge L'Aquila.
Il 22 dicembre dello stesso anno, il papa Alessandro IV incita
gli aquilani a conservare la fedeltà alla Chiesa in opposizione a Manfredi il quale a sua volta, nel 1259, dopo avere riconquistato la Sicilia e la Terra di Lavoro, assedia e distrugge L'Aquila che si era schierata con il Papa.
Data importante per la storia dell'Abruzzo è il 1261, quanto il
papa Urbano IV chiede l'intervento di Carlo I d'Angiò contro Manfredi: da questo primo avvenimento scaturiscono una serie di eventi attraverso i quali la dinastia degli Svevi viene sostituita da quella degli Angiò sotto profili di carattere bellico e costitutivo.
La città dell'Aquila rimane abbandonata per sei anni, dal 1259 al 1265, data coincidente con l'incoronazione di Carlo I. Nel 1266
nella battaglia di Benevento muore Manfredi per opera di Carlo I,
il quale era stato chiamato dal papa Urbano IV a regnare a Napoli
e in Sicilia; in seguito lo stesso Carlo I favorisce la ricostruzione
dell'Aquila.
Corradino e Carlo d'Angiò si danno battaglia a Tagliacozzo nel
1268, anno in cui, come già citato, termina la dinastia degli Svevi
e inizia quella angioina.
Nel 1270 l'imperatore attua alcune riforme di carattere amministrativo, mentre il feudo di Tagliacozzo perviene agli Orsini a titolo di contea, quale dote di Isabella d'Aquino de Pontibus; nello
stesso anno la città di Teramo acquista il castello di Morricone, appartenuto già a Berardo di Morricone, seguace-di Corradino.
La prima suddivisione amministrativa dell'Abruzzo avviene il 5
ottobre del 1273, quando Carlo I divide il Giustizierato di Aprutium
in Citeriore ed Ulteriore, dove l'elemento naturale di confine era
costituito dal fiume Pescara.
Carlo I, a ringraziamento della vittoria ottenuta nella battaglia
di Tagliacozzo, fa costruire l'abbazia cistercense di S. Maria della
Vittoria in Scurcola Marsicana, della quale permangono pochi ruderi.
Lo stesso imperatore fonda a Chieti il Convento dei Domenicani mentre si viene a conoscenza, dalla sentenza del giustiziere d'Abruzzo Guglielmo di Haubenviller del 6 febbraio 1276, che Teramo
contava 1500 focolarle, corrispondenti a circa 7500 abitanti.
Nel 1283, due anni prima della morte di Carlo I, inizia a L'Aquila la costruzione di S. Maria di Collemaggio, che sarà poi elevata
a basilica da Pietro da Morrone nel 1287 e consacrata nel 1288; nel
1285 iniza la costruzione del Duomo di Atri.
Mentre Carlo II viene incoronato a Rieti dal papa Nicolo IV nel
1289, Carlo Martello, suo figlio, viene nominato vicario a Napoli.
Nel 1290, onde favorire l'inurbamento della nuova città, gli Aquilani, capitanati da Nicolo dell'Isola, distruggono i castelli di Rojo, Preturo e Pizzoli; intanto la città si era arricchita di due importanti monumenti, quali la fontana delle 99 Cannelle, edificata nel 1272 su
disegno di Tancredi da Pentima, e la chiesa di S. Giusta, costruita
nel 1268 su precedenti strutture.
Sempre nell'anno 1289, onde definire razionalmente gli insediamenti dei castelli all'intorno della città, la Camera Aquilana stabilisce che vi sia una chiesa per ogni locale e che la dimensione della
stessa debba essere in proporzione ai fuochi del castello d'origine.
Nel 1292 l'attività di Carlo e del figlio Carlo Martello si rivolge
anche a Teramo dove gli abitanti, scontenti della lontana amministrazione napoletana, si propongono di governare la loro città sotto forma di comune, a modello di quelli della Toscana e delle vicine
Marche.
L'anno seguente viene apposto sulla facciata della chiesa di S.
Maria Maggiore di Vasto il rosone di Ruggero de Fragensis.
Il 1294 è un anno importante della storia dell'Abruzzo, della Chiesa e del mondo intero: viene incoronato pontefice, nella Basilica di
Collemaggio, Pietro da Morrone col titolo di Celestino V, alla presenza di Carlo II d'Angiò, di Carlo Martello re d'Ungheria, e del Conte
di Montefeltro; migliala di persone partecipano alla fastosa cerimonia. Nello stesso anno, il 13 dicembre, Celestino licenzia una Bolla
pontificia nella quale viene espressa la possibilità di abdicazione
da parte di un papa per ragioni di importanti motivi: la bolla era
scaturita dal suo stesso desiderio di abbandonare il soglio pontificio e tornare alla umile vita di eremita, che sentiva più vicina al proprio animo di religioso.
Al suo posto fu elevato il cardinale Gaetani, che prese il nome
di Bonifacio Vili.
Tra il 1294 e il 1300 viene edificato il Palazzo comunale dell'Aquila, muore Carlo Martello, Gentile Orsini viene nominato capitano dell'Aquila e, contemporaneamente, giustiziere d'Abruzzo; viene assoggettato il monastero di S. Maria di Cinque Miglia al vescovo di Valva e iniziano, a L'Aquila, le costruzioni delle chiese di S.
Silvestre e di S. Marciano, mentre a Teramo si innalzano mura e
torri difensive intorno al municipio e alle case delle famiglie Melatini e Antonelli.
Due avvenimenti importanti accadono nel 1302, quando Bonifacio Vili, nella bolla «Unam Sanctam», rivendica l'assoluta supremazia del potere ecclesiastico su quello temporale, mentre il nuovo re di Francia Filippo IV convoca gli Stati del suo regno per difendersi dalle pretese pontificie; altro avvenimento importante è la
riapertura al traffico della via Minucia.
Nel 1303 il vescovo di Chieti Pietro III fa restaurare la chiesa
di S. Maria del Tricalle.
A L'Aquila nel 1306 inizia la costruzione della chiesa di S. Domenico e, due anni dopo, quella di S. Maria di Paganica.
Roberto d'Angiò inizia il suo regno nel 1309, quando viene innalzato il campanile di S. Antonio a Teramo e fondata l'Annunziata
di Sulmona; il regno di Roberto durerà sino al 1343.
Avvenimenti importanti collegati alla storia dell'arte e dell'architettura dell'Abruzzo avvengono tra il 1321 e il 1335: viene eseguito il portale della chiesa di S. Maria della Civitella a Chieti, opera di Nicola Mancini di Ortona; inizia la costruzione della chiesa di S. Maria di Rojo a L'Aquila; il romano Niccolo degli Arcioni rifà il Duomo di Teramo; viene edificata la chiesa di S. Giuseppe a L'Aquila; Diodato Romano orna di mosaici e rilievi il portale, di stile
gotico, del Duomo di Teramo; viene costruita la Taverna ducale di
Popoli e il maestro Bartolomeo di Giacomo costruisce il campanile
del Duomo di Chieti.
Il 1340 è l'anno dell'inizio dei lavori di costruzione della chiesa
di S. Marco a L'Aquila, mentre l'anno seguente iniziano quelli della
chiesa di S. Vito.
Nel 1343, alla morte di Roberto, non essendoci eredi legittimi,
sale al trono la nipote dell'imperatore con il titolo di Giovanna I
d'Angiò.
Le famiglie aquilane dei Pretatti e dei Camponeschi, presupponendo la debolezza della regina, colsero l'occasione per guerreggiare
tra loro: da queste faide uscirono vincitori i Camponeschi, i quali
cacciarono dall'Aquila i Pretatti e ne bruciarono le case. In realtà
la regina Giovanna regnò dal 1343 al 1381.
Il 25 gennaio del 1348 avviene un gravissimo terremoto che, a
detta delle testimonianze e descrizioni del tempo, durò mezz'ora;
altro terribile terremoto si ebbe a L'Aquila, con maggiori distruzioni,
nel 1349.
Dopo quest'ultimo sisma si pone mano alla ricostruzione della
Cattedrale, della chiesa di S. Francesco e della Porta Leoni; l'anno
seguente riprende la costruzione della chiesa della Madonna del Carmine e di quella di S. Silvestre.
Nel 1360 Marruvium, attuale S. Benedetto dei Marsi, viene distrutta da Francesco del Balzo, duca d'Andria, e i pochi abitanti superstiti si raccolgono intorno al monastero di S. Benedetto ivi esistente; nel 1363 muore Buccio da Ranallo, autore della «Cronaca
aquilana rimata», opera che narra degli avvenimenti della città fino al maggio del 1362.
Nel 1363 Teramo e Campii guerreggiano per il possesso della
montagna di Melatino; nel '72 viene edificato a Teramo il palazzo
dei Melatini; l'anno seguente a L'Aquila viene iniziata la costruzione del convento di S. Amico.
Carlo III di Durazzo sale al trono nel 1381 e regna sino al 1386.
È del 1389 l'inizio dell'edificazione del Duomo di Lanciano; l'anno seguente Antonio Acquaviva, divenuto signore di Teramo, viene
scacciato dai Melatino; nel 1392 la città di Chieti si allea con altri
castelli e baroni in favore di re Ladislao, nella contesa tra Angioini
e Durazzeschi.
Nello stesso anno viene costruito il portale principale della chiesa
di S. Panfilo di Sulmona e l'anno seguente inizia la costruzione del
castello di Celano, voluta dal conte Ruggero. Nel 1393 Teramo ritorna sotto la signoria degli Acquaviva, mentre gli stessi acquistano dal re Ladislao di Napoli il possesso della
città di Atri, della quale deterranno il feudo, a titolo ducale, sino
al 1760.
La presenza di re Ladislao, che regna a L'Aquila dal 1400 al 1414,
comporta la repressione delle lotte delle famiglie Camponeschi e
Bonaggiunta, e gli inizi della costruzione della chiesa di S. Giusta
su precedenti strutture. Dal 1414 al 1435 regna Giovanna II di Durazzo. Nel 1415 viene fondato da Giovanni da Stronconi il convento
di S. Giuliano a L'Aquila, che viene considerato il primo dell'Osservanza in Abruzzo, mentre nello stesso anno viene edificato il portale di sinistra del complesso dell'Annunziata di Sulmona.
Nel 1420 Braccio da Montone, condottiero della Regina Giovanna II, diviene signore di Teramo, carica che mantiene sino al 1424
mettendo a freno i disordini cittadini; nel contempo Luigi III d'Angiò combatte contro Alfonso d'Aragona: gli avvenimenti di questa
guerra si incentrano intorno a Napoli, occupata dagli Aragonesi e
a L'Aquila, stretta d'assedio da Braccio da Montone. In una serie
di battaglie che interessano Rocca di Mezzo e Rocca di Cambio, nel
1424 viene distrutto il monastero di Bominaco; nello stesso anno,
il 2 di giugno, ad opera di Giacomo Caldera che aveva assediato L'Aquila per conto di Alfonso d'Aragona, viene ucciso Braccio da Montone. Come conseguenza di tale atto guerresco che spingeva al possesso del Reame di Napoli, si ebbero le cosìddette «congiure dei
baroni».
Nel 1432 viene eretto nella chiesa di S. Giuseppe a L'Aquila, in
stile gotico, il monumento-sepolcro dei Camponeschi; l'anno dopo
Nicola da Guardiagrele esegue il paliotto in argento dell'altare maggiore del Duomo di Teramo, considerato uno dei capolavori del
maestro.
Dal '35 al '42 regna Renato d'Angiò, personaggio che si collega
alla storia del cattolicesimo abruzzese quando, nel 1438, ascolta le
prediche di Bernardino da Siena; nel contempo, Alfonso I d'Aragona fa il suo ingresso a Chieti.
Nel 1441 Giovanni Orsini viene nominato feudatario di Tagliacozzo e di Albe e, nel '42, a seguito di una guerra vinta contro Carlo
d'Angiò, Alfonso I d'Aragona diventa re di Napoli, regnando sino
al 1448.
Date importanti sono il 1443, quando Alfonso I suddivide amministrativamente il Regno di Napoli in dodici provincie e nomina Chieti capoluogo dell'Abruzzo Citra e Ultra, dove il fiume Pescara è il
confine delle due provincie; il 1444, che è la data di morte di S. Bernardino da Siena, e il 1445, quando Alfonso I d'Aragona fa costruire la Fortezza di Civitella del Tronto.
L'attività di questo re viene completata allorché riordina tutte
le antiche disposizioni e consuetudini riguardanti la pastorizia nel
Regno di Napoli, formando una amministrazione particolare denominata «Dogana della mena delle pecore in Puglia». Con tale atto
fu favorita la transumanza dalle montagne abruzzesi al Tavoliere
delle Puglie, e tali territori furono uniti tra loro da vie erbose denominate «tratturi», sulle quali si proibì ogni coltivazione e
piantagione.
Nello stesso anno era ancora in corso la costruzione dell'ospedale di S. Salvatore in l'Aquila, voluta e intrapresa dagli aquilani
su premure di S. Giovanni da Capestrano, il quale, nel '48, fonda
il convento di S. Francesco a Caramanico; nello stesso anno viene
costruito il Castello Aragonese di Ortona; nel '50 viene completato
il Castello di Celano.
Nel 1454 vengono intrapresi i lavori della fabbrica della basilica di S. Bernardino a L'Aquila, che viene in parte distrutta dal terremoto del 1455. Nel contempo si sviluppa nell'Aquilano la coltivazione dello zafferano, cui sarà in seguito collegata l'istituzione della gabella sulla produzione e sulla vendita di questa spezia.
Nel 1457
viene finalmente conclusa a L'Aquila la costruzione dell'ospedale
S. Salvatore; nel 1459, dopo un forte terremoto, si riprende la costruzione del convento di S. Bernardino, durante il regno di Ferrante I d'Aragona. Dopo il terremoto del 1462 si ripristinano le fontane pubbliche e si restaura la cappella grande di S. Maria di Collemaggio, mentre frate Giacomo della Marca istituisce il Monte di Pietà
e il Comune devolve per dieci anni la gabella sullo zafferano, a contributo per la fabbrica di S. Bernardino.
Nel 1466 viene ricostruita la Collegiata di Pescocostanzo e, nel
'69, viene costruita la chiesa di S. Maria del Soccorso a L'Aquila.
Nel 1470 viene fondata la città di Giulia o Giulia Nova, trasferendo tutti i cittadini da S. Flaviano, che da quell'anno fu chiamata
Terra Vecchia; il nome della nuova città si riferisce a Giuliantonio
Acquaviva, conte di S. Flaviano, cui spetta l'iniziativa della fondazione.
Nello stesso anno furono fondati i conventi di S. Maria dei
Lumi, in Civitella del Tronto, e di S. Maria del Paradiso, a Tocco
da Casauria; contemporaneamente, il vescovo di Chieti Costantino
Valignani restaura il Palazzo vescovile e ne costruisce la torre.
Nel 1472 viene traslato nella basilica di S. Bernardino il corpo
del Santo che era stato sepolto nella chiesa di S. Francesco. La città di Sulmona, alla fine della costruzione dell'acquedotto medioevale, edifica una fontana di eleganti forme rinascimentali, con stemma aragonese, nell'anno 1474.
La città di Pescocostanzo chiede alla regina Giovanna I d'Aragona la concessione, per i suoi abitanti, di alcuni prescelti pascoli del
Tavoliere delle Puglie, a dimostrazione della conferma dello stato
di immunità che questa città aveva; nel contempo il re Ferrante dona alla regina, sua cugina e seconda moglie, la città di Sulmona. Nel
1480 muore Renato d'Angiò e gli succede Carlo IV d'Angiò; nello
stesso anno a L'Aquila congiurano contro re Ferdinando, per odio
che portavano ad Alfonso, figlio del re medesimo.
In questo stesso periodo il re di Francia, in adempimento di un
suo voto, invia a L'Aquila un'arca d'argento onde custodirvi il corpo di S. Bernardino.
L'anno 1484 segna una data importante per l'arte e l'architettura abruzzese poiché vengono edificati, in Sulmona, il palazzo di Giovanni delle Palle Veneziano e il portale mediano del complesso dell'Annunziata, mentre la contea di Celano viene concessa ad Antonio Piccolomini, duca di Amalfi. Nell'anno successivo gli aquilani
fanno atto di sottomissione al papa Innocenze Vili; negli anni seguenti viene eretto il Castello di Ortucchio, opera interessante per
la concezione strategica di castello-porto, viene fondata a L'Aquila
la chiesa di S. Maria del Ponte e, nel 1489, si completa la grande
cupola della basilica di S. Bernardino per opera di fra' Ambrogio
dell'Aquila.
Nasce nello stesso anno Cola dell'Amatrice, insigne pittore, e inizia la costruzione del Castello di Avezzano, voluta da Virginio Orsini. Nel 1494 gli avvenimenti salienti, riferiti all'Abruzzo, sono la morte di re Ferrante, al quale succede Alfonso II d'Aragona, e l'esecuzione della pittura della tribuna della chiesa di S. Panfilo di Tornimparte da parte di Saturnino di Giovanni del Gatto.
Il re di Francia Carlo Vili d'Angiò, nel 1495, conquista Napoli, da dove viene
subito ricacciato per una coalizione formata dal papa Alessandro
VI Borgia, dall'imperatore Massimiliano, da Ferdinando d'Aragona, dal Duca di Milano e dalla Repubblica di Venezia; nello stesso
periodo Carlo Vili conferma a Chieti il privilegio della Zecca, mentre Ferrante II d'Aragona inizia il suo regno.
Nel 1496 Silvestre dell'Aquila erige in S. Bernardino il mausoleo di Maria Pereyra Camponeschi, mentre si hanno le prime cronache della presenza della famiglia napoletana D'Avalos nell'Abruzzo
Citra, quando la città di Vasto diviene feudo di Roderico D'Avalos;
col titolo marchionale del Vasto e Pescara, i D'Avalos ne mantengono il possesso sino al 1798.
Sempre nel 1496, viene costruita la facciata della chiesa di S. Maria del Soccorso a L'Aquila, e, due anni dopo, si compie l'ultimo ordine del campanile del Duomo di Chieti, ad opera del maestro Antonio da Lodi.
Nel 1500 finisce il dominio aragonese sul Regno di Napoli.
Nel 1503 inizia il potere spagnolo nelle due Sicilie, si fonda la
chiesa di S. Maria di Valleverde in Celano, si inaugura la chiesa di
S. Maria della Pietà in Loreto Aprutino e viene elevato al soglio pontificio il grande mecenate Giulio II della Rovere.
In quello stesso anno muore Silvestre dell'Aquila.
Negli anni che seguono, dopo la spartizione di feudi tra i Colonna e i Piccolomini nella zona della Valle Roveto, le notizie che interessano l'Abruzzo sono: la costruzione del deposito di S. Bernardino, per opera di Silvestre d'Ariscola e Salvatore Aquilano su finanziamento di Giacomo di Notar Nanni; l'invito di papa Giulio II a riprendere ed ultimare la facciata della chiesa, condotta fino al portico secondo il progetto di frate Francesco; Teramo passa in appannaggio alla regina Giovanna, mentre Ferdinando re di Spagna dona
in feudo la città di Pescocostanzo a Fabrizio Colonna.
Data da ricordare è il 1508, in cui riprendono i lavori della facciata di S. Bernardino, affidati a Silvestre di Giacomo.
Carlo V, due anni dopo, trasforma la città di Pescara in una grande fortezza militare che, in seguito, costituirà l'elemento cardine
del sistema difensivo sino all'unificazione dell'Italia; nel 1514 iniziano i lavori nel Palazzo comunale di Teramo.
I rapporti con l'arte extra regione sono riferibili al 1519, quando Raffaello fa eseguire, per conto della chiesa di S. Silvestre dell'Aquila, un quadro rappresentante la Visitazione: tale opera attualmente è esposta al Museo del Prado di Madrid.
Nel 1526, per volontà del Viceré di Napoli, viene fortificata Civitella del Tronto, ultimo baluardo difensivo ai confini del regno.
L'anno seguente viene finalmente terminato il frontespizio della facciata della chiesa di S. Bernardino.
Nella sfera delle lotte tra Francesco I e Carlo V per la conquista
del Regno di Napoli, gli aquilani prendono posizione contro gli Spagnoli: ad esito delle lotte, nel 1529 Filiberto di Calon, principe d'Orange, occupa L'Aquila, ne sopprime il contado ed espropria tutti
i tesori d'arte della città, tra i quali l'Urna di S. Bernardino.
Nel 1534 il celebre architetto militare Luigi Scriva, che aveva
già iniziato la costruzione di Castel S. Elmo a Napoli, progetta e inizia
la costruzione del Castello dell'Aquila, previo abbattimento di un
intero quartiere.
Sempre a l'Aquila, nel 1539 si realizza il portale di S. Silvestre,
ad opera di Bartolomeo da Bergamo e, nel 1542, viene terminata
la facciata di S. Bernardino ad opera di Cola delFAmatrice.
Perdurando la dominazione spagnola in Abruzzo, anche la famiglia Farnese subentra nella storia regionale quando, nel 1538, a seguito del matrimonio tra Ottavio Farnese e Margherita d'Austria,
figlia naturale di Carlo V, questa famiglia riceve in feudo Ortona
insieme a un gruppo di città montane.
Carlo V abdica nel 1556 e spartisce il suo impero donando i do-
minii italiani di Milano, Napoli, Sicilia e Sardegna a Filippo II; nello stesso anno Civitella del Tronto, assediata dalla truppe francesi
guidate dal Duca di Guisa e da Antonio Carata, resiste tanto da ottenere, come premio, esenzioni fiscali ed elevazione al rango di città; nell'anno seguente le truppe francesi avanzano decisamente in
Abruzzo, contrastate dal Duca d'Alba a Sulmona e a Chieti.
Carlo V muore nel 1558.
Risale al 1565 la notizia sulla presenza di due quadri del maestro Pompeo Cesura, intitolati «Pietà» e «Gloria», posti nella cattedrale di S. Massimo a L'Aquila.
Nel 1567 Filippo II organizza una spedizione a L'Aquila di 400
soldati capitanati da Pietrantonio Pansa, contro i 600 briganti che
infestavano la stessa città.
Il periodo storico interessante Margherita d'Austria in Abruzzo
va dal 1572 al 1615 quando, eletta governatrice degli Abruzzi dal
fratello Filippo II di Spagna, si insedia a L'Aquila nel palazzo del
capitano: il fabbricato risulta essere poco comodo per cui si edifica un nuovo palazzo sito tra la chiesa di S. Francesco e quella di
S. Margherita.
La storia dell'alpinismo in Abruzzo annovera la data del 1573,
allorché il capitano Francesco de Marchi scala per la prima volta
il Gran Sasso.
Tra il 1575 e il 1576, in Chieti vengono restaurati la Porta Pescara, la chiesa e il convento di S. Francesco, le mura cittadine e le stanze del Palazzo di città.
L'influenza e la grandezza nel campo dell'arte della famiglia Farnese viene espressa, nel 1584, quando inizia la costruzione in Ortona a mare, del Palazzo Farnese progettato da Giacomo della Porta.
Nel 1587, da documenti del tempo, si ha notizia di una convenzione tra i curatori della fabbrica di S. Bernardino in L'Aquila e il
maestro lignario fiorentino Orazio Valla, per la costruzione del soffitto dell'aula sacra.
La presenza dei Gesuiti a L'Aquila è documentata nel 1596 con
la fondazione di un collegio; quattro anni dopo viene edita a Roma
la pianta della città redatta da Girolamo Pico Fonticulano.
La definizione dei valori artistici della basilica di S. Bernardino
avviene nel 1606, quando l'intagliatore Bernardino Mosca di Pescocostanzo allestisce il meraviglioso soffitto, includendovi la prospettiva dell'organo, e Girolamo Cenatempo, pittore napoletano, vi affresca episodi della vita del Santo.
Nel 1611 in Rajano viene edificata la chiesa di S. Onofrio e, in
Pescocostanzo, si fonda il convento di Gesù e Maria, ad opera dei
riformati. Nel 1628 si ha notizia della chiesa di S. Maria della Misericordia, in Ancarano, a pianta ottagonale.
Nel 1642 L'Aquila diviene capoluogo dell'Abruzzo Ultra; nel 1646
Lanciano passa dal dominio del Duca di Castro a quello del Marchese del Vasto, mentre, l'anno seguente, viene costruito a L'Aquila, per volontà di Ottavio de Nardis, l'oratorio di S. Antonio.
Il papa Alessandro Vili, nel 1690, pronuncia la solenne canonizzazione di S. Giovanni da Capestrano.
Nel 1703, avviene il più disastroso dei terremoti aquilani: infatti vengono distrutte le chiese di S. Pietro di Coppito e di S. Maria
di Rojo, la Basilica di Collemaggio e la chiesa di S. Agostino, che
sarà ricostruita in seguito su disegno di un architetto barocco. tre anni dopo il terremoto riprende il restauro di S. Maria di
Collemaggio, sotto la guida dell'abate Muzio Alfieri, e la ricostruzione della volta della cappella di S. Bernardino.
Nella contesa tra Filippo V di Borbone e Carlo III d'Austria ebbe la meglio quest'ultimo: in conseguenza di questa vittoria fu istituito, dal 1707 al 1734, il Viceregno Austriaco.
Il pittore napoletano Girolamo Cenatempo firma, nel 1709, il contratto per la decorazione della cappella di S. Bernardino, mentre,
nell'anno seguente, su disegno di Pietro da Milano e su esecuzione
di Norberto Cicco di Pescocostanzo, viene riedificata la chiesa dell'Annunziata di Sulmona.
Gli scalpellini Sebastiano Fiore, Francesco Pacetta e Alessandro
Girella eseguono, nel 1740, la fontana pubblica di piazza S. Maria
Paganica in l'Aquila.
Nel 1750 viene elevata in Teramola facciata della chiesa di S.
Spirito; l'anno successivo si ha notizia della esecuzione del coro ligneo di S. Bernardino da parte dell'intagliatore Giancaterino Ranalli di Pescocostanzo.
Alla morte di Rodolfo Acquaviva, avvenuta nel 1757, il Ducato
di Atri passa alla corona di Carlo III di Borbone.
Il Palazzo Centi, a L'Aquila, e l'altare maggiore di S. Bernardino
sono progettati da Donato Rocco Cicchi di Pescocostanzo nel 1766;
quattro anni dopo, nella stessa città, inizia la costruzione della facciata di S. Maria del Suffragio e del Palazzo Rivera.
Nell'ottobre del 1774 si consacra la basilica di S. Bernardino nel
suo magnifico splendore architettonico.
I riflessi della rivoluzione francese in Abruzzo sono compendiati da una serie di attività militari tra le quali è da ricordare il sacco
dell'Aquila; in tale occasione fu rubata l'Urna di S. Bernardino, il
corpo del quale, nel 1800, viene collocato in una nuova cassa lignea
munita di cristalli; nello stesso anno ha inizio la costruzione della
chiesa di S. Maria del Ponte a Lanciano.
La presenza dei francesi e, per essi, la nomina al trono del Regno di Napoli di Giuseppe Bonaparte, comporta innovazioni di carattere politico ed amministrativo tra le quali è importante l'obbligo, per i comuni con più di tremila abitanti, di tenere le scuole primarie; inoltre il governo francese concede in enfiteusi tutte le terre
dei tratturi dall'Abruzzo alla Puglia.
Giuseppe Bonaparte, nel 1807, sopprime gli ordini religiosi di
S. Bernardino e di S. Benedetto, mentre vengono create le due province di Abruzzo Ulteriore I e Abruzzo Ulteriore II; l'anno seguente
Napoleone Bonaparte eleva al titolo di re di Napoli il cognato Gioacchino Murat; nello stesso anno i monaci Celestini, discendenti diretti dell'Ordine fondato da Celestino V, sono espulsi dalla Badia
di Collemaggio.
Nel 1809, sempre su ordine di Gioacchino Murat, viene soppresso a L'Aquila l'Ordine dei Padri Filippini insieme a quello degli Agostiniani, il cui convento è la sede dell'attuale Prefettura dell'Aquila.
Anche in Chieti avvengono le soppressioni degli Ordini dei Crociferi, dei Francescani e dei Conventuali.
Nel 1811 i coloni di Pescocostanzo chiedono e ottengono da Gioacchino Murat il permesso di costituire un nuovo comune, al quale
viene dato il nome di Ateleta.
L'ingegnere Michitelli di Teramo progetta e costruisce il Teatro
Marrucino in Chieti nel 1813.
È del 1814 la seconda restaurazione borbonica, nella quale vengono riportate alle origini tutte le istituzioni di carattere amministrativo e politico, tanto da revocare la legge sui tratturi e ricostruire
l'antico sistema della pastorizia nell'ambito regionale.
Nasce a Vasto nel 1818 il pittore Filippo Palizzi, fratello di Giuseppe Nicola Raimondo, anche lui illustre pittore, nato nel 1812.
Porta Napoli, in l'Aquila, viene aperta nel 1820, mentre Porta S.
Francesco di Teramo era stata distrutta qualche anno prima; la basilica di S. Bernardino viene valorizzata nella sua scenografia dalla
scalinata progettata dal Drau nel 1826.
Tappe importanti della storia abruzzese di questo periodo sono: la presenza di Ferdinando II a Chieti, la posa della prima pietra
del ponte sul fiume Vezzola a Teramo, e la rivolta di Penne, considerata come l'episodio risorgimentale regionale più noto prima del
'48. Nasce a Castel di Sangro nel 1840 Teofilo Patini, considerato il
pittore e cantore dei problemi sociali delle genti d'Abruzzo.
Nel 1842 viene eretto a Lanciano il Teatro Fenaroli, di pretto stile
neoclassico.
È del 1852 il primo rinvenimento di alcune strutture romane a
Chieti, in «opus reticolatum».
Nel 1856, per far posto ai nuovi portici dell'Aquila, viene demolita la chiesa di S. Francesco a Palazzo.
A Tocco da Casauria nasce, nel 1859, il pittore Francesco Paolo
Michetti, eccelso documentarista delle tradizioni abruzzesi e artista riconosciuto nel campo mondiale.
Con la proclamazione ufficiale del Regno d'Italia, avvenuta nel
1861, si ha l'ultimo episodio militare riferito alla storia regionale,
allorché la Fortezza di Civitella del Tronto si difende accanitamente dall'esercito piemontese.
Ultimo avvenimento importante per la storia dell'arte abruzzese è la costruzione, nel 1899, del Palazzo dell'emiciclo in L'Aquila.
Come enunciato nella premessa, la descrizione degli eventi di carattere storico, sociale, politico e culturale è stata espressa in forme succinte non tanto per l'enunciazione di date e di fatti, ma in
funzione di una visione del quadro degli avvenimenti, onde poter
incasellare quegli elementi di riconoscimento e di rapporto delle
opere d'arte e dei monumenti da confrontarsi con la storia.
Ne è esempio l'avvicendarsi delle famiglie reali che hanno dato
una impronta caratterizzante gli stili dell'arte e dell'architettura:
saranno più comprensibili il merlo angioino dell'architettura militare, il portale durazzesco, l'architettura benedettina, lo stile farnesiano, l'affresco medioevale, gli intagli lignei solo se rapportati
agli eventi storici e al loro periodo temporale.
Autore: Andrea Pilotti
|
|